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domenica 25 maggio 2014

Grovigli

Sono mesi che latito da blog.
Ho avvertito più volte la necessità di scrivere e, tutte quelle volte che mi sono seduta a farlo, le mie mani si sono bloccate per non so quale ragione.

Forse questa piccola premessa può aiutarmi a rendere più leggere le mie dita, le cui unghie oggi sono smaltate di tutto punto.

[...]

Sono due mesi che alterno momenti di pessimo umore, in cui mi irrito facilmente per qualsiasi cosa, a momenti di felicità contentezza assoluta, che a volte non so spiegare, a momenti, ancora, di tristezza infinita. 
Non so cosa mi succede. 
Ho dentro un groviglio di emozioni contrastasti, ho un fascio di nervi scoperti.

Sono incazzata perché il mio papà per poco ha rischiato di perdere completamente il lavoro. Questo perché i capi hanno chiuso una delle tante attività ed hanno mandato tutti a casa e, solo perché il Grande Capo (che oramai è quasi fuori dalla gestione), si è imputato perché sistemassero il mio papà, allora l'hanno preso in una delle altre attività, altrimenti, fosse stato per tutti gli altri, l'avrebbero lasciato a casa. 
Questo è il riconoscimento dopo 40 anni di servizio, per il quale ha buttato solo sangue!
Sono incazzata perché, seppur l'hanno ripreso, lo stanno facendo lavorare come uno schiavo ed è dovuto scendere a patti ingiusti, percependo una miseria rispetto alle ore e alla quantità di lavoro che è obbligato a svolgere.
Non solo!
Il nuovo contratto è a tempo determinato e non c'è sicurezza che, alla scadenza, glielo rinnovino. 
E, in più, nel caso in cui volesse fare una vertenza per il licenziamento dalla vecchia attività, non può più farla perché ha firmato un verbale di conciliazione, con il quale è stato preso con il cappio al collo; manca poco, e, questi bastardi, lo mollano.
E, ancora, sono incazzata perché la moglie del capo è la mia capa, che è esattamente uguale a tutti loro!
E io non so fare buon viso a cattivo gioco. Non so sorridere a chi non merita i miei sorrisi. 
Non sono falsa. E' un limite?
Beh, non posso farci niente. Non sono gentile se mi tratti come una merda o se cerchi di infliggermi umiliazioni col sorriso.
Se sono insofferente, incazzata e stanca mi si legge in faccia.

Ma è proprio così? Esiste davvero qualcuno che ha in mano in questo modo il tuo futuro? 
Che può permettersi di giocare con te e il tuo avvenire? 




A questi momenti di incazzatura, così grande da spaccare il mondo, poi, per fortuna, ci sono anche quei momenti di contezza, che ti fanno anche sognare. 
Sì, sono contenta! Certamente perché si avvicina il giorno della mia solita partenza per BO. 
Ma questa volta sarà speciale: 
  1. perché il mio TheRooster compie gli anni mentre sono da lui;
  2. perché per il suo compleanno gli ho (mi sono) regalato tre giorni a Roma.
E' vero che ho iniziato a mettere nero su bianco il programma di questi tre giorni già tre mesi fa, ma è anche vero che quei programmi sono tutti saltati. 
In effetti, ho programmato troppe cose che, non basterebbe una settimana per farle tutte.
Così, alla fine, tra tutti i musei che avevamo avevo deciso di visitare, per la felicità di TR, abbiamo scelto solo il MAXXI. E chi lo tiene fermo?! E' così eccitato che partirebbe domani stesso.
Per il MAXXI, mica per Roma?!




Poi, nel mezzo di tanta contentezza, mi arriva addosso una secchiata di malinconia e mi ritrovo completamente zuppa di tristezza.
E' che non mi sento mai a casa, mi sembra sempre di essere nel posto sbagliato.
Ho un sacco di pensieri che, come missili, mi stanno distruggendo quei pochissimi neuroni rimasti ancora in vita.
E' una sensazione subdola, che mi trascina in basso piano piano.
Fa male e non riesco a fermarla.
E' la sensazione della solitudine.
Mi sento sola, lo ammetto. Pur circondata da tante persone.
E poi arriva la sera dove tutto questo si amplifica e io vorrei solo non essere inghiottita da queste paure.
Senza dire che tutte le insicurezze, paure e, a volte, cattiverie di  mia madre si riversano per osmosi su di me.
Ma, proprio questa è una battaglia persa. E' come lottare contro i mulini a vento.
Tu sai che combatti per una giusta causa, credi veramente che ciò che è radicato dentro di te sia giusto, ma tutto questo, nonostante la fatica e il sudore, a poco o a nulla serve.
Perché ci sono cose che girano contro di te, e non le cambi nemmeno se ci metti l'anima.
E pensi a quanto era bello quando i mulini a vento facevano parte del tuo immaginario, protagonisti di campo di tulipani.

2 commenti:

  1. E' un gran peccato che spesso ci abbandoni...scrivi talmente bene...;)
    Lo sò che è banale ma non mollare il sole dopo le nuvole spunta sempre e la tua vita vera e propria in fondo ha ancora da cominciare...;)

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    1. Grazie, cara Violetta. A volte ho bisogno di staccare. Provo tante volte a scrivere... e ci sono periodi in cui "butterei giù" l'inferno delle parole che ho dentro.... altre in cui, pur volendolo,, non riesco a farlo...

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